10 anni al Torino ne hanno fatto una bandiera amata dai tifosi, che lo ricordano come uno dei più forti terzini della storia granata: veniva paragonato a Giacinto Facchetti, per la sua capacità di dare spinta in attacco, caratteristica che gli ha fatto segnare 14 gol con la maglia del Toro: storica la doppietta alla Roma nell'ultima giornata del campionato '68/'69.
Quando Natalino ci passa a trovare in negozio chiacchieriamo per ore. Grazie al trasporto con il quale riporta i suoi vividi resoconti delle partite e gli aneddoti su fatti accaduti fuori dal campo è capace di farteli vivere in prima persona. Dalle sue parole traspaiono gli stessi sentimenti provati allora, come se rifiorissero con identica passione: ride felice parlando delle due Coppe Italia, vinte nelle stagioni '68/'69 e '70/'71; si adombra ripensando al suo trasferimento alla Sampdoria nel '75, quando durante le vacanze estive, convinto di una sua riconferma in granata, scoprì dai giornali del suo passaggio ai blucerchiati; si emoziona quando ricorda di Gigi Meroni, conosciuto ai tempi del Genoa e con il quale ritornò al Torino nel 1964.
Il suo racconto del derby giocato la domenica dopo la scomparsa della 'farfalla granata' e vinto 4-0 grazie alla tripletta di Combin e al 4° gol di Carelli, che indossava proprio la maglia numero 7, fa venire la pelle d'oca.
Nella sua carriera è mancato solo lo scudetto, sfiorato nella stagione '71/ '72, e qui sbotta arrabbiatissimo per i due grandi torti arbitrali che costarono al Torino i due punti necessari per vincere il campionato: i gol annullati senza motivo ad Agroppi contro la Sampdoria e a Toschi contro il Milan.
Fossati incarna perfettamente lo spirito del Toro: sanguigno, schietto, pronto a dare il 100% sul campo e, cosa più importante, innamorato della maglia granata!
Quindi alziamo i calici per brindare a te, Natalino!