Questa settimana ci siamo ritrovati tra le mani due gruppi di foto: uno della Coppa Italia vinta nel 1993 e un altro datato 21 giugno 1998. Il retro delle foto recano la scritta 'Spareggio Reggio Emilia'.
Non riusciamo a ricordarci in nessun modo di questo evento! Probabilmente zio Luciano ha scattato queste foto durante un'amichevole di lusso, visto che è stata arbitrata da Graziano Cesari!
Dato che non abbiamo proprio memoria di quella partita a Reggio Emilia, della rabbia provata guardando la corsa di Tovalieri verso i tifosi del Perugia dopo il gol, delle urla di gioia per il pareggio di Ferrante e di quel maledetto palo colpito da Dorigo è inutile che perdiamo tempo a parlare di una cosa che forse non è neanche mai esistita.
Concentriamoci sull'evento importante, quello del 19 giugno 1993, quando abbiamo 'espugnato' l'Olimpico di Roma.
Forse espugnare non è il verbo corretto visto che perdemmo 5-2, ma, vista la fatica fatta per sollevare la nostra 5° Coppa Italia, il risultato di quella sera equivalse ad una vittoria schiacciante.
Per arrivare a giocare la finale di Roma dovemmo sudare con la Lazio ai quarti e affrontare la Juve nel doppio derby in semifinale.
Quella sera ci presentammo estremamente sicuri di noi, forti dei gol fatti all'andata da Silenzi, Cois e Fortunato. La sicumera non è mai stata una caratteristica incline alla nostra personalità e con grande gentilezza Giannini, per tre volte, Rizzitelli e Mihajilovic decisero di ricordarcelo.
Persino l'arbitro Sguizzato, vedendoci troppo baldanzosi, ci mise del suo per riportarci all'umiltà, valore che più si addice a noi, fischiandoci contro tre calci di rigore (di cui due molto discutibili).
Per fortuna che quello sfrontato di Pennellone Silenzi decise l'incontro con una doppietta e l'arrogante Marcheggiani, alla sua ultima partita in granata, compì un paio di miracoli.